Dott.ssa Marica Innocenti Counseling

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Prenatal and Birth Therapy e processo di Imprinting di nascita

Terapia Pre Peri e post Nascita – PPN – 

Imprinting di nascita

Così come sono nata/o, così sono nel mondo.

Il Lavoro sul prenatale e sulla nascita si occupa di cosa ci accade dal momento del nostro pre-concepimento ai primi 6 anni di vita. Le esperienze che ci sono accadute nel periodo prenatale, della nascita e nei primi anni della nostra vita lasciano delle impronte che rimangono impresse nella nostra memoria cellulare e si manifestano nel nostro modo di vivere condizionandoci in maniera profonda. Queste impronte si manifestano in schemi e diventano la nostra modalità di relazionarci con noi stessi, con gli altri e con il mondo.

“L’inizio è importante. Tutto ciò che accade all’inizio possiede una qualità esistenziale. Il lavoro del Prenatale e della Nascita conduce gli uomi più vicino a se stessi, li porta più in contatto con il loro potenziale e con al loro verità. Ciò rende possibile vivere meglio” Dominique Degranges

Dall’Essere all’Essere Qui

Dal momento che siamo qui, su questo piano terrestre, significa che c’è stato un SI totale e incondizionato alla Vita.

Questo è un dato di fatto. E’ la nostra realtà individuale: ad un certo punto, abbiamo detto sì alla nostra incarnazione corporea e al nostro nascere su questo pianeta. Durante questo viaggio di incarnazione, di gestazione nell’utero della mamma, nel parto e nei periodi subito dopo il parto, possono essere accaduti  molti eventi. La maggior parte di questi eventi noi non ce li ricordiamo; quelli più intensi o con carica traumatica ci sono stati raccontati da nostra madre, nostro padre o dalla famiglia intorno a noi.

Ci sono state raccontate delle storie.  Anche se noi non ce le ricordiamo, questi eventi hanno lasciato delle impronte nel nostro sistema cellulare, lasciando tracce nella nostra memoria implicita. Ed è così che, in modo molto automatico e ‘inconscio’ ricreeremo oggi quello che abbiamo vissuto durante il nostro periodo del prenatale e perinatale (prima della nascita e durante la nascita).

Così come sono nato, così sono nel mondo. Questi eventi, queste ‘impronte’ ci fanno muovere nella vita e relazionare con gli altri in un modo piuttosto che in un altro.

Ci possono essere impronte legate alla gravidanza: situazioni che i nostri genitori stavano vivendo, storie di famiglia, di salute, di povertà o di guerra, lutti inaspettati; ci possono essere impronte legate al parto: interventi, emergenze, cesarei, ventose, parti gemellari o travagli lunghi e pericolosi per il bebè, anestesie, incubatrice, cordoni intorno al collo o acque verdi.

Queste memorie si possono trasformare in modalità e schemi relazionali che agiamo oggi, nel nostro quotidiano e nelle nostre relazioni affettive più importanti.

Il lavoro del prenatale dà la possibilità di incontrare il nostro vissuto e trasformare le energie che si sono attivate al momento dell’incarnazione e del parto in risorse e potenziale.

Il laboratorio di Imprinting, cioè il processo esperienziale con il quale si possono sciogliere queste impronte, avviene come esperienza corporea e cellulare in un piccolo gruppo (massimo 5 persone) cosicchè ognuno possa fare il proprio processo durante i due giorni.

Stabiliremo una intenzione di lavoro in uno spazio sicuro e creeremo sostegno reciproco e cooperazione,  contatto rispettoso, autoregolazione, cura di sé e riservatezza. Questo creerà il campo come utero per facilitare il processo corporeo dove poter accedere alle nostre impronte pre e perinatali e osserveremo come la nostra percezione ed il nostro linguaggio corporeo sono influenzati da esse.

Potremo rinegoziare queste impronte grazie al supporto attivo del gruppo, sperimentando una nuova modalità atta a trasformare e risanare con una esperienza riparatrice questi vecchi schemi. Potremo infine reincontrare il bambino/la bambina che siamo stati con amore e sostegno in una esperienza nuova, vitale e sicura.

Il metodo è gentile, non confrontante e si basa, oltre che al modello sul lavoro del prenatale creato da Ray Castellino e rivisitato da Dominique Degrange – il mio insegnante -, anche sul modello delle risorse e della guarigione dei traumi del Somatic Experiencing creato da Peter Levine. Questo permetterà una rinegoziazione dei traumi senza doverli ‘rivivere’, riparlarne o analizzarli.

La trasformazione e la riconnessione con il proprio potenziale accadrà sia grazie al seguire le tracce corporee e ciò che si mostrerà naturlamente e senza forzature al momento della condivisione del proprio intento, sia grazie al sostegno del gruppo, il quale partecipa attivamente creando ‘il campo di sostegno’ per la persona che lavorerà nel suo processo.

Il processo di Imprintig può svilupparsi in:

– esplorazione di uno schema presente nella nostra vita di oggi (per esempio sensazione di non andare avanti, solitudine, legami conflittuali, difficoltà di concepimento, difficoltà a trovare il ‘nostro posto’ ecc.) per scoprire come risuona con alcune esperienze iniziali.
– esplorazione di come le impronte degli eventi verificatisi durante il nostro stadio intrauterino (utero tossico, rigetto, perdita di un gemello, eventi stressanti o traumatici come la perdita di una persona cara …) o durante il processo di nascita (impronte chimiche o interventi come anestesia, ventosa, forcipe, taglio cesareo) continuano ad influenzarci nella vita di oggi
–  integrare l’esperienza della gravidanza e della nascita dei nostri figli
–  prendere coscienza delle influenze ancestrali

– riconnettersi con il proprio potenziale ed i propri talenti

Per accedere al processo di imprinting è necessario un colloquio individuale e la compilazione di un questionario.

«C’è una quantità di persone che non sono ancora nate. Sembra che siano qui e che camminano ma, di fatto, non sono ancora nate perché si trovano al di là di un muro di vetro, sono ancora nell’utero. Sono nel mondo soltanto provvisoriamente e presto ritorneranno al pleroma da cui hanno avuto inizio. Non hanno ancora creato un collegamento con questo mondo; sono sospesi per aria, sono nevrotici che vivono una vita provvisoria. Dicono: “Adesso sto vivendo in queste condizioni. Se i miei genitori si comportano secondo i miei desideri, ci sto. Ma se dovessero mai fare qualcosa che non mi piace, allora tiro le cuoia.” Questa, vedete, è la vita provvisoria: una vita condizionata, la vita di qualcuno che è ancora collegato al pleroma, il mondo archetipico dello splendore, da un cordone ombelicale grosso come una gomena da nave. Bene, nascere è importantissimo; si deve venire in questo mondo, altrimenti non si può realizzare il Sé, e fallisce lo scopo di questo mondo. Se questo succede, semplicemente si deve essere ributtati nel crogiuolo e nascere di nuovo. […] Vedete, è di un’importanza assoluta essere in questo mondo, realizzare davvero la propria “entelechia”, il germe di vita che si è, altrimenti non si può mai mettere in moto Kundalini e non ci si può mai distaccare. Si viene ributtati indietro, e non è successo nulla, è un’esperienza assolutamente priva di valore. Si deve credere in questo mondo, mettere radici, fare del proprio meglio, anche se bisogna credere alle cose più assurde. […] Si deve infatti lasciare qualche traccia di sé in questo mondo, che certifichi che siamo stati qui, che qualcosa è successo. Se non accade nulla del genere, non ci si sarà realizzati; il germe di vita è caduto, per così dire, in uno spesso strato d’aria che lo ha tenuto sospeso. Non ha mai toccato il suolo, e quindi non ha potuto produrre la pianta. Se invece si entra in contatto con la realtà in cui si vive, vi si rimane per diversi decenni e si lascia la propria impronta, allora può avviarsi il processo di impersonale. Vedete, il germoglio deve sbocciare dalla terra, e se la scintilla personale non è mai entrata nella terra, da lì non uscirà nulla, non ci saranno né “linga” né “Kundalini” perché si è ancora nell’infinità che c’era prima.»

(C.G.Jung – La Psicologia del Kundalini Yoga, Seminario tenuto nel 1932, Bollati Boringhieri, pp.75-76)

Prenatal and Birth Therapy

Imprinting process

The way I am born, the way I stay in the world

As I am born, as I stay in the world

The focus of Prenatal and Birth therapy is to see what happens from the moment of our preconception to the first six years of our life. All the experiences that happened in the prenatal , the birth and the first years of our life leave imprints that get impressed into our cellular memory and they manifest themselves into schemes and they become our way to relate with ourself, with others and with the world.

“The beginning is important. Everything that happens at the beginning has an existential quality.The Prenatal and Birth work leads people closer to themselves, brings them in contact with their potential and with their truth. This makes it possible to live in a better way.” Dominique Degranges

Because we are here, on this Planet Earth, it means that there has been a YES, total and unconditional yes to life. This is a fact. It’s our individual reality: at a certain point, we said yes to our incarnation in the body and to our birth here on this planet. During the incarnation journey, the gestation in the mother’s womb, during the delivery and in the period just after the birth, some things could happen.

We don’t remember these events; the most intense or with a traumatic charge they have been told to us by our mother or family. Stories have been told to us. And even if we don’t remember these events have left imprints in our cellular system and our implicit memory. That’s why, in an automatic way we keep repeating today what we have been through in our prenatal period. These events, these imprints will let us move in our life and our relationships in a specific way.

There could be imprints connected to our pregnancy: situations lived by our parents, family stories, health- poverty –  war stories, grief and mourning. Lost twin; there could be imprints connected to our birth: an emergency, caesarean, sucker delivery, twin births, long or dangerous childbirth, anesthesia, incubation, umbilical cord around the neck, green waters, surgery after the birth.

All these memories can be transformed in ways to relate that we act out in our daily life and in our relations with others. The prenatal work gives possibilities to meet our experience and transform the energies activated during our incarnation or our birth in potential and resources.

The Imprinting Process, that is the experiential process with which we can loosen up these imprints, happens as a body experience in a small group (max. five people), so that everybody can experience their own process during the two days of workshop.

We will set a clear intention in a safe space and we will create mutual support and cooperation, respectful contact, self-regulation, self-care and confidentiality. This will create a field, as a womb to facilitate the process where we can access our prenatal imprints and we will observe how our perception and our body language are influenced by them. We will be able to renegotiate these imprints because of the active group support, experiencing a new way that helps to transform and restore with a reparation experience these old patterns. We will be able  to meet who we were as a child with love and support in a new vital and safe way.

The approach is gentle, not confronting and it is based on the prenatal and birth therapy process invented by Ray Castellino and refined by Dominique Degranges (my teacher) as well as the resource and trauma work create by Peter Levine. This will allow a renegotiation of traumas without living them again , talking about or analyzing them again.

Transformation and reconnection with our inner potential will happen thanks to following body traces and what will show in a natural way during the process thanks to the group support, which is fundamental in creating ‘the support field’ for the person that will process their imprinting.

The imprinting process can focus on:

– exploring a pattern in your life today (for example a feeling of not moving forward, loneliness, conflictual bondings, difficulties in getting pregnant, difficulties in finding our space etc.) and discover how it resonates in our early life experiences

– exploring how the imprints of your events happened in your intrauterine stadium (toxic womb, rejection, loss of a twin, stressful events or traumatic events for the parents) or during your delivery ( chemical imprints or surgery like anesthesia, incubation, umbilical cord around the neck, green waters, caesarean, sucker delivery, twin births, long or dangerous childbirth) all this keeps influencing your life today

– integrating the experience of your pregnancy and birth

– becoming aware of ancestral influences

– reconnecting with your inner potential and talents

To be able to access the Imprinting Process requires an interview and to fill out a questionnaire.

<<There is a number of people that aren’t born yet. It looks like they are here and they walk but, actually, they aren’t born yet because they are on the other side of a glass wall, they are still inside the uterus. They are in the world only temporarily and very soon they will come back to the pleroma where everything has started. They have yet to create a connection with this world; they are suspended in the air, they are neurotics that live a provisional life. They say: “Now I’m living in these conditions. If my parents behave following my desires, I stay. But if they do something I don’t like, I will die”. This, as you can see, it is provisional life: a conditioned life, life of somebody that is still connected to the pleroma, the archetypical world of splendour, by an umbilical cord as big as a ship hawser. Well, being born is so important; one has to come to this world, otherwise the Self cannot be realized, and the meaning of this world fails. If this happens, one simply has to be thrown back into the crucible and be born again. […] You see, it is of absolute importance to be in this world, to truly realize your “entelechy”, the germ of life that you are, otherwise you can never set Kundalini in motion and you can never detach yourself. We are thrown back, and nothing happened, it is an absolutely worthless experience. We must believe in this world, take roots, do our best, even if we must believe in the most absurd things. […] In fact, some trace of oneself must be left in this world, which certifies that we have been here, that something has happened. If nothing of the sort happens, one won’t be realized; the germ of life has fallen, so to speak, in a thick layer of air that kept it suspended. It never touched the ground, and therefore was unable to produce the plant. If, on the other hand, one is in contact with the reality in which we live, we stay there for several decades and one leaves his own imprint, then the impersonal process can start. You see, the sprout must bloom from the earth, and if the personal spark has never entered in the earth, nothing will come from there, there will be neither “linga” nor “Kundalini” because you are still in the infinity that was there before . “

(C.G.Jung – Kundalini Yoga Psycology – Seminar held in 1932)

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