I problemi che compaiono nelle relazioni arrivano principalmente dalle nostre ferite e dai nostri traumi che ci portiamo dietro dalla nostra infanzia. Queste ferite rimangono dormienti fino a che non troviamo un partner che amiamo e di cui ci fidiamo. Diventiamo allora vulnerabili ed il nostro partner può aiutarci sia a guarire queste ferite sia a ferirci.
Qualche volta i problemi sono dovuti alla cultura, alla geografia, allo stile di vita. Può essere che noi viviamo in posti diversi, veniamo da culture o religioni diverse, oppure abbiamo bisogni e desideri diversi per la nostra vita oppure siamo in fasi diverse del nostro ciclo dello sviluppo. Quindi, anche se è presente l’amore, spesso non è abbastanza per formare una relazione duratura.
Alcune relazioni iniziano con tante speranze ma spesso terminano in un modo doloroso che ci costringe a confrontarci con le nostre fantasie, sogni romantici o illusioni. Senza realizzarlo, proiettiamo i nostri bisogni non incontrati e le aspettative non realistiche sugli altri, senza vedere realmente chi è l’altro e chi siamo noi. Affrontare i temi delle nostre relazioni spesso significa guardare onestamente alle nostre proiezioni.
Un problema comune è la mancanza di una sana differenziazione, quando ogni individuo sembra avere due serie incompatibili di bisogni, per esempio, amore e solitudine – oppure possiamo dire – fusione e libertà. Ma c’è anche una propspettiva più creativa e profonda in cui possiamo esaminare i problemi nella relazione.
I problemi nella relazione sono in fatti i problemi creativi della vita; essi sono parte di una maturazione emotiva e spirituale naturale che ci da la possibilità di guardare più profondamente dentro noi stessi. E questo è il dono che Osho ci ha lasciato: il comprendere che possiamo usare le relazioni per svegliarci.
Ferite e traumi
Siamo nati aperti e in fiducia. Ma nel tempo, attraverso le esperienze doloroso e traumatiche a cui siamo stati sottoposti mentre crescevamo, abbiamo imparato a sviluppare attentamente uno strato di protezione che ci ha permesso di sopravvivere. Parte di questo meccanismo è quello di sviluppare difese per schermarci dall’essere feriti di nuovo. Queste difese sono inconscie e ci causano la chiusura del cuore, la sfiducia nell’intimità, l’attaccare o il ritirarci quando sentiamo la più piccola minaccia al nostro senso di sicurezza. Mentre tutto questo serve per proteggerci, al tempo stesso rende la relazione difficle. Non solo noi abbiamo uno strato della protezione, anche il partner ce l’ha.
Queste strategie di sopravvivenza primarie, che hanno funzionato bene quando eravamo bambini, non finzionano da adulti e la reazione causa enorme sofferenza e infiniti cicli di conflitti. Alla fine, ci sentiamo delusi, frustrati e di solito ci ritiriamo dentro i nostri muri delle nostre ben solide difese di protezione. Sfiducia e distanza prendono piede e le nostre relazioni diventano compromesse.
Spesso non abbiamo un accesso al nostro mondo interiore profondo abbastanza da permetterci di identificare – o ancora meno contenere – le nostre ferite. Così, per proteggerci, attacchiamo, accusiamo, tagliamo fuori l’altro o proviamo a cambiarlo o controllarlo. Avendo strumenti limitati per relazionarci, quando il nostro partner fa o non fa qualcosa, ed essendo incapaci di contenere, noi reagiamo. E di solito reagiamo con la forza di tutte le emozioni represse che sono state seppellite dentro il nostro guscio di protezione.
In terapia la chiamiamo “il ritorno di ciò che è represso”. Queste emozioni, queste energie quando vengono fuori sono estremamente intense e primitive. Possono essere davvero distruttive. C’è bisogno di tanto lavoro personale e meditazione per essere in grado di guarire questo. In questi momenti quando le emozioni sono attivate è fondamentale rimanere presenti, creare spazio per respirare, fare pausa per un momento per poterci sentire, così che possiamo rispondere invece di reagire automaticamente. Questo ci renderebbe esseri autentici e maturi.
Le relazioni provocano le nostre ferite. Ci permettono di guardare a cosa portiamo dentro di noi e ci chiedono di prenderci la responsabilità. Noi siamo responsabili per come portiamo questo nel mondo e per come ci relazioniamo con gli altri.
Proiezioni vs relatà
E’ importante sapere anche come e perchè manifestiamo le nostre relazioni. Quando siamo attratti verso qualcuno per ovvie ragioni – intellettualmente, sessualmente o emotivamente – noi non sempre vediamo che c’è un programma inconscio che sta già operando. Significa che noi attiriamo sempre la persona giusta che ci offre la quantità di intimità che siamo in grado di tollerare.
Di solito iniziamo una relazione con una proiezione positiva sul nostro partner, vedendo solo quello che vogliamo vedere. Passando il tempo la proiezione positiva si rompe a siamo confrontati con la persona reale, che è alle volte ‘buona’ e alle volte ‘non buona’. In terapia chiamiamo questo ‘il buono’ e ‘il cattivo’.
Quando questo momento accade significa che stiamo atterrando nella realtà. Sappiamo di non essere perfetti e così lo è il nostro partner. Non possono essere lì tutto il tempo nel modo in cui li vogliamo. Questo ci confronta nella nostra solitudine, la cosa che probabilmente cerchiamo di evitare fin dall’inizio. L’amore diventa reale.
Alle volte dobbiamo confrontarci con il fatto che abbiamo portato nella nostra vita qualcuno che non è emotivamente disponibile. Se questo è il caso dobbiamo comprendere che essi hanno risposto ad un programma profondo ed inconscio dentro di noi, che è il fatto che anche noi siamo impauriti ad essere intimi, impauriti ad esporci e mettere tutto fuori.
Questa comprensione può rivelarsi molto potente, che ci da potere. Possiamo vedere che abbiamo una profonda ferita di vergogna o mancanza di autostima. Ci sentiamo nel nostro profondo che non ci meritiamo una persona che ci ami totalmente, o abbiamo paura di perdere la nostra libertà nello stare in relazione con una persona sola. Questo può diventare uno schema che noi ripetiamo ancora e ancora.
Forse quando ci guardiamo dentro possiamo vedere che stiamo ripetendo una relazione dolorosa e compulsiva che avevamo con un nostro genitore. Ripetiamo gli schemi perchè l’inconscio sta cercando di guarire le ferite che non abbiamo potuto guarire nelle nostre famiglie. Come bambini non avevamo semplicemente le risorse o la consapevolezza.
Queste intuizioni sono ciò che ci aiutano a cambiare. Guardare lo schema, scoprire le origini, imparare ad essere consapevoli di quando lo schema si inserisce e poi trovare un modo per scegliere una modalità diversa. Questo è ciò che sento che Osho ci stava aiutando – in modo amorevole.
Relazioni: una via per crescere
In uno dei discorsi di Tantra su Tilopa, Osho parla di come noi dobbiamo fare errori per poter crescere, come noi abbiamo praticamente bisogno di smarrirci, e le relazioni sono il veicolo perfetto. Chi di noi non ha commesso errori nelle relazioni? io sodi averlo fatto, pù di una volta. Possiamo imparare così tanto di noi stessi dalle nostre connessioni con gli altri, specialmente nelle nostre connessioni intime e attraverso questo noi cresciamo e ci trasformiamo.
“Non conoscerai mai te stesso senza conoscere l’altro. L’amore è veramente fondamentale per la conoscenza di se stessi anche. La persona che non ha conosciuto l’altro in un profondo amore, in una passione intensa, in un’estasi totale, non sarà in grado di conoscere chi è, perchè non avrà lo specchio dove guardare il suo riflesso. La relazione è uno specchio, e più è puro l’amore, più elevato è l’amore, migliore è lo specchio, più pultio è lo specchio.”
Osho, The Secret, Ch 2 Q 1
Quando comprendi che la relazione è Sadhana o pratica spirituale, allora diventa una strada potente per crescere nella totalità dell’essere un essere umano, per aprire i nostri cuori ad un amore più profondo, alla compassione e alla comprensione. Parte di questo è sviluppare una capacità sana di amare e di essere amati. Questo richiede anche un impegno per uno stile di vita meditativo e di auto consapevolezza, un’indagine continuativa nella propria esperienza e realtà, ed uno spazio di trasparenza con se stessi…. così che alla fine possiamo vivere con integrità personale e responsabilità.
Le relazioni sono un processo e con ognuna di esse impariamo qualcosa di nuovo. Ogni relazione si costruisce su ciò che impariamo e ciò che sbagliamo dalle relazioni precedenti. Anche se ci sono alcune ripetizioni, di solito c’è sempre anche crescita. Prendiamo le cose ad un livello più elevato e responsabile. Ma se non siamo consapevoli di chi attiriamo o da chi siamo attratti, perchè li attraiamo e cosa fare quando siamo insieme, semplicemente ci comportiamo in un modo inconsapevole e sabotante.
Relazioni conscie e inconscie
In una relazione inconsapevole accusiamo l’altro per averci causato la ferita, mentre in una relazione consapevole vediamo che l’altro semplicemente attiva ciò che è già presente anche se invisibile. Qui è dove l’intimità può essere un’enorme opportunità per guarire e trasformarci. Ma per questo c’è bisogno della meditazione.
Senza meditazione è difficile prenderci il nostro vissuto, essere responsabile per tutto ciò che ci portiamo dal passato e tutto ciò che manifestiamo nella vita e nell’amore. Con la meditazione noi vediamo che non è la relazione ad essere miserabile ma è ciò che è inconsapevole a causare il dolore.
Una relazione è miserabile quando noi non abbiamo accesso al nostro movimento interiore, quando non abbiamo nessuna comprensione di noi stessi rispetto a ciò che ci motiva e cosa compone la nostra personalità. Quando non conosciamo intimamente qual è la nostra storia, quali sono le nostre ferite, quali i nostri bisogni e quali le nostre aspettative. Quando portiamo tutto questo materiale non elaborato, come combustibile, nella nostra relazione, allora questa è miseria.
Nel maturare e nell’avere i nostri cuori infranti diverse volte allora possiamo iniziare a vedere le nostre relazioni come una profonda possibiltà di crecita, di guarigione, che ci risveglia verso qualcosa più vicino alla nostra natura. Questo tipo di relazione prospera in onestà e franchezza. Siamo totalmente preparati a mostrarci esattamente come siamo, trasparenti e senza cercare di preservare qualche immagine di noi stessi. Questa presenza e apertura sono di estrema guarigione e permeono un contatto reale, una sana sessualità ed intimità con se stessi e gli altri.
Essere da soli nello stare insieme
Perchè una relazione funzioni, ogni parte deve essere in grado di essere felice da sola senza ossessivamente dipendere o avere bisogno dell’altro. Ho sempre pensato che noi vogliamo maggiormente essere con qualcuno perchè non possiamo tollelare di essere da soli e che questo fosse un evitare la verità ultima, ovvero, che siamo nati soli e moriamo da soli.
Dopo aver trascorso diversi anni con Osho – qualche volta da sola e qualche volta con un partner – sono arrivata a vedere che che la mia ricerca spirituale non dipende dall’essere con qualcuno o dall’essere da sola. Dipende da come vivo la mia vita, che cosa importa per me, quali sono le mie priorità. Questo è ciò che ognuno di noi deve definire per se stesso.
Amore e meditazione possono crescere mano nella mano. Anche se abbiamo tendenze verso il fondersi e nel perdersi nell’altro o tendenze a creare muri e isolarci, possiamo lavorare con questo. Per me, ho trovato ricchezza nell’essere insieme e nell’essere da sola in questo essere insieme. E’ un bellissimo percorso in cui esercitarsi questo koan di essere insieme ed essere da soli. Trovo che crescere insieme in amore insieme a qualcuno e approfondire la mia meditazione e solitudine sia un viaggio potente.
Penso che come esseri umani noi siamo delle creature intime. Cerchiamo gli altri, come amici e come amanti, ed abbiamo bisogno di vicinanza e connessione – bonding. Abbiamo tuttavia bisogno di spazio e solitudine, ma sento anche adesso, che va bene avere bisogni, che va bene essere dipendente, con certi limiti. E’ una questione di preferenze personali. Alcuni preferiscono camminare nel sentiero insieme, alcuni preferiscono farlo da soli. So che per me funziona meglio quando sono con qualcuno, e so anche che se la mia relazione dovesse finire, potrei stare da sola e la mia vita sarebbe realizzata.
Articolo uscito su www.oshonews.com nel 2018 e tradotto da Marica Asti Innocenti